Salvatore Cutelli

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Salvatore Cutelli
NascitaChiaramonte Gulfi, 1894
MorteBussi, 14 dicembre 1943
Cause della morteFucilazione
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armataBandiera dell'Italia Regio esercito
ArmaArma di fanteria
SpecialitàArtiglieria
GradoMaggiore
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
Salvatore Cutelli, su anpi.it. URL consultato il 25 luglio 2010.
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Salvatore Cutelli (Chiaramonte Gulfi, 1894Bussi, 14 dicembre 1943) è stato un partigiano e militare italiano, medaglia d'oro al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Cutelli aveva partecipato alla prima guerra mondiale come ufficiale di fanteria.

Nel 1935 era stato richiamato e mandato in Africa orientale dove, col grado di capitano, ebbe il comando di una batteria della 30ª Divisione fanteria "Sabauda". Maggiore del 58º Reggimento artiglieria della Brigata meccanizzata "Legnano", l'8 settembre 1943 si trovava nella zona di Chieti. Nella confusione seguita all'armistizio, Cutelli si preoccupò che le armi e le munizioni del suo reparto non cadessero in mano ai tedeschi. Con militari e civili organizzò una formazione partigiana che per tre mesi si oppose agli occupanti.

Catturato con alcuni suoi uomini, sembra per una delazione, Cutelli fu processato e fucilato con i suoi compagni di lotta.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di gruppo, colto dall’armistizio nella zona di Chieti, mentre era in trasferimento ferroviario verso le Puglie, impossibilitato a proseguire, troncati per forza di cose i collegamenti con i comandi superiori, si prodigava per la difesa contro i tedeschi dei materiali e delle artiglierie, sottraeva alle requisizioni armi e munizioni, trasfondeva in militari fedeli ed in civili ammirati la sua volontà ed il suo coraggio e si faceva promotore e capo di azioni partigiane, intese ad ostacolare il nemico. Tradito, processato, condannato a morte, sosteneva ed incoraggiava fino all’ultimo i suoi collaboratori più fidi, come lui condannati, e offriva poi con ammirevole fierezza ai carnefici il suo purissimo cuore. Veterano di altre guerre, esempio di virtù militari, giunto sul posto dell’esecuzione, nel dubbio di essere fucilato alle spalle si voltava di scatto, si strappava la camicia ed offriva il petto alla raffica del fucile mitragliatore gridando: « Viva l’Italia! ».»
— Bussi.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ www.quirinale.it Assegnazione onorificenze

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]